Il pianoforte visto come tessuto urbano. Verso nuove Musiche striate
Contributo testuale di Anna Laura Longo in riferimento alla ricerca e azione sonora
Il dibattito sull’assetto organizzativo dello spazio urbano ha fortemente condizionato - e anche ispirato- la genesi di un ciclo di brani che porta il titolo Musiche striate. Il lavoro è stato avviato nell’estate del 2023 trovando il suo completamento nell'anno 2024.
In Conversazioni sulla città plurale, a cura di Celestino Porrino (Altra Linea edizioni) si legge all’interno del capitolo 1.3 intitolato Molte periferie/ Un solo centro:
Il termine “periferia” richiama in effetti parecchi significati diversi. Anche quando esso indica una zona marginale della città, bisogna precisare comunque che di periferia non ce n’è mai una sola. Ci sono sempre tante periferie diverse. Così come ci sono sempre tanti luoghi comuni, che caratterizzano e contraddistinguono una periferia, sia nel senso fisico, sia nel senso esistenziale, ed anche in quello simbolico.
…la periferia attuale è diventata una cosa ben diversa da ciò che aveva rappresentato durante tutto il ciclo della città tradizionale.
Sulla scorta di tali considerazioni, il pianoforte è stato da me affrontato musicalmente con un piglio inconsueto e si è manifestata la necessità di creare mentalmente una sorta di ideale scomposizione morfologica dello strumento stesso, da vedersi intenzionalmente come un effettivo spazio metropolitano. Il centro è stato identificato con la tastiera e di lì è stata creata un’ideale mappa di possibili ripartizioni strutturali ulteriori. Tale mappa ha consentito effettivi allontanamenti o riavvicinamenti proprio rispetto al centro.
Da un punto di vista musicale, la decisione è stata dunque quella di dirigersi in veste esplorativa e sonora tra le “molte periferie” presenti, arrivando così ad operare e attivarsi in senso sonoro-performativo quasi esclusivamente nelle zone marginali o periferiche (soprattutto in alcune fasce laterali della cordiera, a ridosso della cordiera stessa in modi multiformi, in piccoli o grandi riquadri circoscritti e riguardanti le parti legnose dello strumento, nella zona pedali, ecc.), trascurando le aree più usuali, per arrivare a scorgere – proprio come dinanzi a un continuum edilizio- delle caratteristiche degne di attenzione che potessero dare risalto all’azione e tradursi in sonorità adeguate e soprattutto esperibili. Le sonorità piú graffianti sono state praticate sulle corde quelle percussive sono state accompagnate e suffragate da sfioramenti, scivolamenti o azioni effettuate con l’ausilio di oggetti esterni.
In effetti, come già accennato, per produrre suoni sono stati di ausilio diversi elementi esogeni, in particolare alcuni stralci tessili e spezzoni di fibre (nella fattispecie gabardine, cupro, popeline e ancora cachemire e merinos) e bande elastiche molto diversificate in termini di lunghezza e spessore, particolarmente adatte a creare striature di suoni tra le corde e a riprodurre idealmente reticoli, strade e viali all’interno di un percorso di riconfigurazione anche visiva della città immaginata. I materiali in questione sono stati impiegati direttamente sulle corde, con modalità diverse, frutto di prolungate e apposite sperimentazioni. La ricerca ha consentito di generare, da un punto di vista tecnico, delle vere e proprie striature del suono (di qui il titolo). Sebbene non appaia con evidenza all’ascolto i suoni sono dunque all’origine anzitutto pianistici.
I valori esistenziali dell’abitare e dell’operatività individuale a tutti gli effetti sono stati riportati sullo strumento musicale, con lo scopo di sottolineare e accentuare proprio in termini musicali e poetici la ricchezza di riflessioni ruotanti intorno a discipline come urbanistica, architettura, antropologia, sociologia e via dicendo. Un punto di vista altro per una possibile estensione o dilatazione del tracciato sul piano artistico-esperienziale.
Abitare lo strumento o rendere lo strumento abitabile diversamente ( attraverso l'uso primario delle mani e del corpo più in generale) è stato l'assunto di base.
La striatura non è altro che una linea più o meno marcata e profonda. In cristallografia essa indica in modo particolareggiato la presenza di solchi con andamento regolare o irregolare. In ogni caso si tratta di un elemento che turba la regolarità e la levigatezza di una superficie, provocando quasi una compromissione dello strato superficiale stesso. Quest’ultimo inevitabilmente finisce per assumere una connotazione nuova, che potrà rivelarsi alquanto singolare.
Una musica striata, ipoteticamente punteggiata e attraversata da segni e solchi, secondo la prospettiva inquadrata all'interno delle Musiche striate
si fa portatrice di un denso vissuto. I solchi a cui si allude non sono altro che attestazioni di vita e testimonianze di sommovimenti interni.
Di tanto in tanto si avvertono, nel corso del brano, echi di parole o micro-poesie rese quasi irriconoscibili o appena identificabili: voci che rimandano, ancora una volta, ai reticoli stradali o a reconditi spazi interni ed esterni. I suoni percussivi, quando presenti, si allontanano da una purezza di fondo e si ammantano anzi di un alone spurio, grumoso, quasi graffiante.
Va inoltre sottolineato come i medesimi materiali impiegati per la produzione concreta dei suoni siano stati contemporaneamente sfruttati per la creazione di un libro-organismo, strettamente connesso con il brano in questione e andato avanti di pari passo con il lavoro sonoro.
Per conoscere più approfonditamente le indagini sul suono e le esplorazioni sugli “spazi” pianistici sarà utile la lettura del volume Viaggio nell’entroterra (Moviment-azioni pianistiche), nel quale si ritrovano resoconti di azioni performative sperimentali che apertamente sviluppano il tema delle relazioni tra musica e architettura e inoltre tra musica e teatralità. La dicitura coniata per questi lavori peculiari è quella di “Pianoforti eterocliti”.
www.sfogliareperintravedere.com
link per l'ascolto
https://on.soundcloud.com/jqJyg
(Un estratto del testo qui riportato è presente anche all'interno del sito www.mescalina.it)
Per conoscere la pagina dedicata al progetto Viaggio nell’entroterra
http://sfogliareperintravedere.com/viaggio-nellentroterra/
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