Primo stadio di vicinanza- mistero [Introduzione]

Lo spazio sorge/ Primo stadio di vicinanza-mistero

Monologo con apporti pianistici di e con Anna Laura Longo

Testi in prosa di: Curt Sachs, Adolf Loos, Arnold Schoenberg, Rem Koolhaas

Testi poetici: Anna Laura Longo

Adattamento, drammaturgia e strutturazione scenica: Anna Laura Longo

Musiche di: Arnold Schoenberg, Gabriela Ortiz, Anna Laura Longo, Elisabeth Lutyens


Di seguito l'introduzione tratta dal programma di sala


Adolf Loos (1870-1933) è stato un architetto austriaco particolarmente attivo nella Vienna delle avanguardie artistiche europee. La sua riflessione verte fondamentalmente su concetti quali la semplificazione delle superfici, l'eliminazione dell'ornamento, la valenza decorativa affidata alla natura dei materiali e l'austerità spaziale. Fu ideatore del cosiddetto  Raumplan, una soluzione architettonica nella quale gli ambienti hanno altezze diverse a seconda della funzione e quindi l'incastro tra i vari volumi comporta vari dislivelli.

La sua ricerca si configura essenzialmente come una continua riscoperta della dimensione dell'abitare. 

Nella prima sezione della performance viene offerta agli ascoltatori e alle ascoltatrici una miscellanea di suoi testi teorici, indicativi del gusto architettonico del momento e portatori di un'idea di spazio "vivo", in cui l'uomo si riconosce - o può riconoscersi- nel suo destino di abitante. Fu contemporaneo  e sodale di Adolf Loos il compositore austriaco Arnold Schoenberg (1874-1951). Egli si espresse più volte intorno alle scelte radicali dell'architetto suo conterraneo. I Klavierstuck op.19 risalenti al 1911, si basano su forme brevi, particolarmente stringate e concise e si indirizzano verso un evidente tentativo di interiorizzazione e astrazione. Tali brani giungono, dunque, come testimonianza diretta di un clima culturale ben specifico, rivelatore di una temperie oltremodo dinamica, in quanto fondata su veri e propri rivolgimenti del pensiero e ipotesi rivoluzionarie. L'abolizione del sistema tonale rientra certamente all'interno di tale passaggio storico-artistico e culturale, trovando posto nelle pieghe di una scrittura scarna, da cui emergono reiterate pause e pronunciati contrasti.

All'insegna del fare spazio e dell'aprire luoghi prosegue duttilmente la seconda parte della performance. Il tema costruttivo diviene oltremodo centrale nel brano intitolato Acme segreta (Suoni da un pianoforte abissale) di Anna Laura Longo, per la cui messa a punto è prevista un'operazione di parziale smantellamento della tastiera (proprio per questa ragione il brano viene fatto ascoltare in forma pre-registrata).

Il presupposto è dato in definitiva dalla teorizzazione di un sovra-suolo (la tastiera nella fattispecie) che si contrappone a un fertile sottosuolo. Dal punto di vista musicale-costruttivo viene idealmente a generarsi una sorta di stanza segreta, un delizioso e atipico seminterrato  che si rivelerà essere un ambiente misterioso e intrigante al contempo, sotterraneo e purtuttavia proliferante di plausibili suoni, quindi avvolto di una sua vitalità intrinseca.

La dinamica gestuale inedita si affida a un criterio performativo dalla pronuncia molto marcata, frutto anche di scelte di tipo scenico che risultano protese verso un ideale sommovimento.


Il "microambiente" suddetto funge idealmente da rimando e da flessibile richiamo  alla tematica della progettazione di unità abitative: tematica affrontata dai principali esponenti dell'architettura di epoca moderna e contemporanea.

Le traiettorie sonore per pianoforte abissale  sono dunque fondate su una ricerca  sperimentale peculiare, che si indirizza proprio negli abissi, nel sottosuolo dello strumento, alla ricerca di risorse sommerse e insondate. Si giunge così alle soglie dell'ultima sezione della performance.


Nella pienezza si fa strada un sogno è il titolo del brano conclusivo, consequenziale rispetto al precedente dal punto di vista realizzativo. Esso si configura come un definitivo omaggio all'architettura. Tale brano viene "vissuto" e restituito in una forma particolare e marcatamente gestuale. 

Procedura messa in campo e sequenza gestuale

La performer compare nello spazio scenico con avambracci e mani integralmente avvolti da rotoli plastificati, dei quali tenderà a risaltare soprattutto la trasparenza e l'intensa colorazione. Attraverso un gesto di sfregamento dei due rotoli dirimpettai vengono prodotti i primi suoni di sapore onirico (come indicato nel titolo). La verticalità e l'orizzontalità di posizionamento degli avambracci condurranno poi verso una simulazione dell'atto costruttivo (con allusione, per l'appunto, a corpi architettonici svariati, nello specifico torri e grattacieli, tunnel o neo-caverne hitech e ancora binari, assi viari, etc.). La tastiera- nel frattempo munita di sottili aste in legno, plastica e ferro- tornerà ad essere impiegata soltanto in brevi istanti in cui le mani si renderanno libere e attive, per produrre enunciati sonori che si soffermeranno sulla suggestione del movimento di risalita del tasto, messo in evidenza  grazie all'urto che si creerà  inevitabilmente con le suddette aste orizzontalmente disposte sui tasti.

La riduzione della motilità manuale si configura come sfida per il perseguimento di un'espressività "altra" dal carattere  in parte scosceso, in parte legato - in questo caso - a un corpo robotico, che potremo definire post-cubista. In tutto ciò è presente un elogio proprio della mano pianistica, ma trattasi di una mano sicuramente radicalizzata rispetto alla sua tipica indole o funzione strumentale, allontanata dalle sue abituali o prevedibili movenze, capacità e competenze tecniche.  essa diviene in questo contesto una mano-creatura o mano-scultura (a tratti zoomorfa, astrattamente o densamente allusiva)

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L'argomento dei Pianoforti abissali è stato affrontato in alcune interviste, tra cui :

- Tentativi di dinamismo e pianoforti abissali a cura di Giulia Romeo, pubblicata su leggigrog.wordpress.com

e inoltre descritta in programmi radiofonici tra cui Radio questa sera con la conduzione di  Gianluca Garrapa

La prima esibizione è avvenuta venerdì 23 novembre 2018 alle h 17,45 presso l'Auditorium del CASC, in Via del Mandrione n.190 in Roma.

Il medesimo programma è stato in seguito proposto presso Sound Good in viale Libia a Roma e a seguire - in forma di prova aperta - nello studio-atelier romano Territorio di stimolazione sonora di via Filippo Scolari. In quest'ultimo caso con un titolo rinnovato ovvero Sul potere di evocazione del suono.

(Affiancamento per la realizzazione scenica e Sponsor : EstroLab -Roma)

Si veda anche il seguente reportage fotografico:

https://klavier-reticolo.blogspot.com/2025/01/lo-spazio-sorge_16.html

e la pagina  intitolata " La libertà nelle procedure artistico-musicali"

https://studiolomondo.blogspot.com/2024/12/la-liberta-nelle-procedure-artistiche-e.html

Per contatti:

annalaura_longo@hotmail.com



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